
Gli scavi archeologici nel piano di Carpino del '53
Gargano: alla ricerca dell'antica Uriaarticolo di Domenico Sergio Antonacci
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Giace ormai nella memoria di pochi carpinesi il ricordo degli scavi che furono condotti nel 1953 nella piana di Carpino e precisamente tra le località "Bagno", "Avicenna" e "Spineto". In quegli anni un provvedimento del Ministero del Lavoro diede il via alla nascita di numerosi "cantieri scuola" in tutt'Italia con lo scopo primario di ridurre la disoccupazione ma purtroppo gli scavi furono condotti con grande impiego di manodopera non specializzata e a causa della scarsa presenza di tecnici e archeologi gran parte del materiale fu disperso o distrutto durante i lavori (del genere "meglio la quantità che la qualità"). A questo si aggiunse poi la scarna documentazione, e scritta e fotografica, riguardo ai reperti e le strutture rinvenute. Lo scopo dello scavo fu di chiarire la localizzazione dell'antica città garganica di "Uria", che molti situavano in quella zona; intorno alla sua esistenza e alla localizzazione ci furono accesi dibattiti nella comunità degli storici e archeologi e oggi si è propensi a credere che essa si situasse nella zona circostante al lago di Varano, ciò soprattutto grazie ad un'attenta e approfondita lettura e interpretazione degli antichi scritti riguardanti questa città che ne documentano la certa esistenza (per citarne alcuni Strabone VI e Plinio il Vecchio); sono curiosi inoltre i racconti di alcuni pescatori i quali affermavano che quando l'acqua del lago fosse limpida si scorgevano sul fondo i resti dell'antica città. Focalizzando l'attenzione sugli scavi, la zona più interessante dal punto di vista dei ritrovamenti è quella a ridosso del vecchio casello ferroviario: qui emerse dagli scavi un'antica costruzione del I secolo a.C che presenta varie fasi di vita nelle quali si sono alternati abbandoni e rifacimenti della struttura con adattamenti a vari scopi; in particolare l'ultimo periodo di utilizzo della costruzione è quello altomedievale (VII secolo d.C circa), quando essa fu adibita a luogo di sepoltura.
Gli oggetti ritrovati consistono in monete, vetri, ceramiche di varia fattura e provenienza, lucerne, oggetti agricoli, preziosi e altro; ma il ritrovamento più interessante è stato quello di una decina di tombe, complete di corredo funerario e scheletro. Purtroppo gli scavi non hanno portato alla luce la completa strutture ma dalla storia della costruzione gli studiosi hanno evinto che essa non fosse all'interno di un tessuto urbano bensì nelle zone periferiche a esso. I materiali rivenuti furono inizialmente tenuti nel vecchio Comune di Cagnano e negli ex ambulatori INAM (in attesa dell'istituzione di un Museo civico, mai realizzato peraltro) per poi esser depositati nel '60 presso il museo archeologico di Bari, dove sono rimasti a lungo inediti e ignorati. Negli anni futuri agli scavi ci fu un tentativo di riprenderli ma niente fu fatto e ora, purtroppo, tutto resta ignorato e in balia dell'azione corrosiva e del tempo.
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