
La biodiversità e la rete aree protette "Natura 2000"
Un quadro di riferimento per la conservazione della naturaarticolo di Nello Biscotti
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Attualità 27/05/2008 17:42
Decine di migliaia di siti che tutelano il meglio degli habitat e delle specie minacciate in tutta Europa. È la rete di aree protette Natura 2000, istituita dalla direttiva Habitat (92/43/CEE) .
Nuovi vincoli sul territorio?. E poi, cosa significano quelle sigle, “Siti di importanza comunitaria” (Sic) e “Zone di protezione speciale” (Zps), sconosciute al pubblico.
E’ il nuovo sistema di aree protette, promosso dalla Comunità europea, che si è ormai avviato, ma la cui importanza non è ancora evidente ai più. E non si tratta di un lavoro di facciata, bensì di una vera e propria operazione coordinata di individuazione su base scientifica dei singoli siti, di valutazione della completezza e coerenza globale del sistema e di protezione con regole unitarie. Insomma una svolta che può essere considerata indubbiamente storica nella politica della conservazione della natura in Europa.
La direttiva Habitat ha creato per la prima volta un quadro di riferimento europeo per la conservazione della natura. Su di essa verrà spesa una parte più che consistente dei fondi strutturali europei. E per la mancata protezione dei siti la Commissione ha già avviato una serie di procedure di infrazione contro i singoli stati membri. Lo scopo della rete Natura 2000 è il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie per i quali i siti sono stati identificati. E la previsione della direttiva, in termini di vicoli e divieti, si ferma praticamente qui. Si lascia in questo modo che i singoli stati e gli enti che gestiscono le aree decidano quali sono le misure da applicare per conseguire l’obiettivo.
Si tratta di un fatto assolutamente innovativo nel campo della conservazione della natura. Non più vincoli a priori ma invenzione caso per caso dei metodi migliori di gestione, mettendo insieme, come specifica la direttiva, gli interessi delle comunità locali con quelli dell’ambiente. Insomma un vera sfida di sviluppo sostenibile.
La caratteristica forse più innovativa di questa politica europea di conservazione della natura, infatti, è che fornisce l’opportunità di far coincidere le finalità della conservazione con quelle dello sviluppo economico che dovrebbe così divenire sostenibile.
I siti Natura 2000 diventano allora aree nelle quali la realizzazione dello sviluppo sostenibile e durevole può essere attivamente ricercata e praticata attraverso progetti integrati che riflettano in modo puntuale le caratteristiche, le esigenze e le aspettative locali. Insomma alla rete Natura 2000 è legata anche la possibilità per gli stati membri di ottenere o meno finanziamenti europei che giocheranno un ruolo essenziale nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni.
La Direttiva Habitat e la Vegetazione. Il caso del Gargano
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